Una
volta: perché adesso è solo un ricordo nelle parole di nonni e bisnonni. Ormai
ogni anno, in estate come in inverno, è più caldo dell’anno precedente. L’industrializzazione
massiccia che la Terra ha subito negli ultimi due secoli è arrivata all’apice e
già i primi sintomi cominciano a sentirsi, rappresentati del mutamento
climatico. In futuro, ci dicono sarà sempre peggio. Gli stessi potenti della
terra sembrano, nella migliore delle ipotesi, rassegnati, come quando ci dicono
che il famoso Protocollo di Kyoto non riuscirà a fermare l’effetto serra,
ma si limiterà ad evitare un surriscaldamento superiore ai 2 gradi, o nella
peggiore sono addirittura indifferenti, come quando “Bush il carnefice” risponde
agli ambientalisti che lo stile di vita degli statunitensi non è in
discussione.
Quando un nostro compagno questo
autunno andò a fare una passeggiata sul Monte Fionchi, vecchia base della
Resistenza partigiana nel comune di Spoleto a 1300 di altezza, incontrò un
vecchio che, lamentandosi della straordinaria siccità di novembre, spinse il
nostro amico a guardare “i trocchi”, le vasche dove si abbeverano gli animali e
da dove sgorgano i torrenti che bagnano
la terra fino a Patrico e la rendono fertile. Da quanto era nato, il bravo
vegliardo racconta, che non era mai successo che dai “trocchi” non scendesse
neanche una goccia d’acqua, “da piccoli dicevamo che bastava che pisciasse un
rospo per riempirli”. Dicevamo c’era una volta la neve, ma il nostro anziano
amico ci pone un problema: tra qualche anno potremo essere noi a raccontare ai
nipotini “c’era una volta l’acqua”.
Cosa possiamo fare per fermare
tutto questo? La nostra fiducia nelle leggi dei governi è abbastanza scarsa.
Non lo è per una questione di principio, o meglio non solo per questo, ma
soprattutto perché ci sono dati oggettivi che dimostrano che il problema
dell’ambiente non è un problema che può essere risolto con delle riforme. Il
problema dell’ambiente è un problema decisamente anti-economico. Chiaro? Chi
predica un’economia etica, un’economia che stia attenta alle problematiche
dell’uomo e della terra, predica di fatto una contraddizione irrisolvibile, un
ossimoro. A parte alcune leggi e alcuni
difetti di sistema in cui si potrebbe stare attenti a inquinare meno e comunque
guadagnare di più, nella stragrande maggioranza dei casi inquinare di meno
significa guadagnare di meno!
Quando sentiamo parlare di
produzione industriale, quando ci dicono che questo anno l’economia va bene
perché la produzione è cresciuta del 3 % mentre lo scorso anno è stato un
“disastro” perché è cresciuta solo dell’1%, forse molti di noi cambiano canale
e purtroppo la maggior parte di coloro che si interessano sono tifosi della crescita.
Forse in questo mondo tecnologico, ma al contempo ignorante, bisogna
ricominciare dall’A-B-C. Sarebbe il caso di spiegare che quel 1% e quel 3% significano
che negli ultimi 12 mesi le “cose prodotte” sono l’1 o il 3% in più rispetto ai
dodici mesi precedenti. Significa quindi che, se prima venivano comprati e
quindi buttati cento macchine, o cento cellulari, o cento lavatrici, o cento
rotoli di carta igienica; oggi ne vengono comprati e buttati di più! Ma ci
rendiamo conto che crescita economica significa discariche più piene, aria più
inquinata, prodotti meno qualitativi, ecc?
Questo nostro punto di vista lo
vogliamo sottolineare per tutti quelli che credono in un’economia dal volto
umano o che sostengono un governo che ha vinto le elezioni con il programma del
risanamento e del rilancio economico!
Cosa possiamo fare quindi? Noi
crediamo che dobbiamo riprendere in mano il nostro futuro, scendere in
strada a manifestare, invertire concretamente la logica della supremazia
economica sulla vita e sulla natura!
Il gruppo in difesa dell’ambiente
è nato per difendere il territorio dagli interessi dei potenti, delle lobby
dell’asfalto e dell’energia, per cominciare dal basso a fermare gli scempi che
riguardano la nostra città, le nostre campagne, le nostre foreste e le nostre
montagne. Pensiamo che è giunta ora di cambiare strategia. Ci rivolgiamo alle
associazioni ambientaliste “classiche” o istituzionali, quelle insomma che
negli ultimi incontri hanno rivendicato il fatto che loro stanno lottando per
queste cose da anni e per primi. Anche ammesso che ciò sia vero, il fatto che
le cose non siano cambiate, anzi sono decisamente peggiorate non è certo un
attestato a loro favore! Forse è il caso di cominciare a sperimentare nuove e
più incisive forme di lotta!
Noi siamo spaventati/e dal
progetto dell’elettrodotto, siamo preoccupati/e per l’inquinamento che produce
la ITALMATCH, siamo disgustati/e dalla COOP di via dei filosofi, siamo
indignati per le menzogne con cui la cava di Poreta sia stata spacciata come ippodromo,
pensiamo che le ricche villette di Colle San Tommaso e Colle Risana siano una
dichiarazione di guerra alla natura, pensiamo che lo svincolo sud (in fase
attuativa) sia un cimitero di asfalto e uno sputo in faccia all’architettura,
pensiamo che l’eco-mostro tra via Interna delle mura e via della Posterna sia
la più brutta delle schifezze!
Abbiamo deciso di incontrarci e
di creare un gruppo di persone, che dal basso, senza partiti, ma con le
associazioni, con i cittadini indignati e con i lavoratori che rivendicano il
diritto alla salute, vogliono cominciare a fermare nel nostro territorio la
devastazione ambientale.
Vogliamo coordinarci anche con le
realtà vicine e meno vicine: con chi a Terni difendi i propri quartieri dai
veleni degli inceneritori, con chi in Valnerina lotta contro i furti e gli
sprechi dell’acquedotto di Scheggino, con chi lotta contro la Rocchetta e il
suo progetto di privatizzare l’acqua; ma anche con i grandi movimenti popolari
della Val di Susa, dell’opposizione al ponte di Messina, con i movimenti contro
le discariche in Campania, con chiunque insomma è disposto a combattere per
l’ambiente in maniera orizzontale e antiautoritaria.
Abbiamo visto già nei primi
giorni di vita di un’opposizione ambientalista a Spoleto i soliti personaggi in
cerca di visibilità farsi spazio e rilasciare dichiarazioni. Sia chiaro: noi
non cacceremo mai nessuno da nessuna manifestazione e da nessun evento, anzi
lotteremo sempre per delle mobilitazioni unitarie; ma sia anche chiaro che noi,
allo stesso tempo, non ci lasceremo rappresentare da personaggi che fino a
pochi mesi fa mangiavano al banchetto dei saccheggiatori e devastatori del
nostro territorio. Se accetteremo la loro presenza nelle proteste di popolo,
allo stesso modo non accetteremo che quelle proteste e la nostra militanza
vengano usate per veicolare canditi o politici di professione. Un conto è
partecipare, altra cosa è rappresentare. E noi non ci lasceremo di certo
rappresentare da chi ha fatto pubblicità a personalità come Brunini, da chi
fino a pochi mesi fa era segretario dei DS (che in città hanno il oltre il 30%
e che sono quindi i principali responsabili dell’inquinamento del nostro
territorio), tanto meno dai partiti di destra che a livello nazionale sono i
principali fautori di progetti come la TAV, il ponte di Messina e in generale
dell’idea che il mercato, le aziende e l’economia siano l’unico bene a cui
tutto deve sottostare.
Gruppo
in difesa dell’ambiente