Sull’Alfina
si dissotterra l’ascia di guerra. Dopo le trascorse vicende della cava di
basalto che si voleva fare alle porte di Benano, oggi si ripresenta il problema
alle porte di Castelviscardo.
Non si
tratta però di una piccola cava di argilla, matrice di quel cotto che ha reso famoso Castelviscardo
nel mondo, bensì di una enorme cava di basalto che negli anni potrà raggiungere
l’estensione di trenta ettari.
Un nuovo comitato interregionale (fra
Umbria e Lazio) si è quindi costituito per opporsi a questa sciagurata
eventualità. Com’è noto la Piana dell’Alfina non è solo un’area di grandissimo
pregio paesaggistico e ambientale che incanta chi la percorre, è anche la più
importante riserva idrica della Provincia di Terni e la seconda, per quantità
d’acqua in grado di erogare, di tutta l’Umbria. Fra la pioggia che l’alimenta e
l’acqua che vi scorre in profondità c’è uno strato di lava (basalto) che
protegge, raccoglie e filtra l’acqua piovana: un vero dono della natura. Un dono
divenuto ancora più prezioso in considerazione della scarsissima piovosità di
questo ultimo decennio. Non si comprende quindi perché non sia stato ancora
imposto, almeno in territorio umbro, un rigoroso vincolo idrogeologico che
continui a garantire alle popolazioni locali gli approvvigionamenti idrici di
acqua di buona qualità. Lo stesso Comune di Castelviscardo è stato costretto,
alcuni anni fa, ad abbandonare la sorgente delle Ficonacce, perché l’acqua non
era più potabile, per andare ad approvvigionarsi da un pozzo sulla piana
dell’Alfina.
Il Comitato
ritiene assai rischioso consentire l’estrazione del basalto in quell’ area,
anche con i dovuti accorgimenti che dovessero essere messi in atto dai
cavatori. Senza considerare poi che una cava costituirebbe un “vulnus”
paesaggistico gravissimo che comporterebbe danni seri all’economia e
all’occupazione in tutto il comprensorio orientato, ormai da tempo, verso un
tipo di economia, poco apparente (tanto da sfuggire all’attenzione di molti,
distratti amministratori locali), ma sostanziale, legato al territorio ed in
grado di fermare per qualche giorno anche il turista più frettoloso.
Conoscendo
la sensibilità e l’equilibrio dell’Assessorato all’Ambiente della Regione
Umbria il Comitato si aspetta una risposta che tuteli la risorsa idrica, il
paesaggio e l’ambiente dell’Alfina e, conseguentemente, quel tipo di sana
economia diffusa, faticosamente messa in essere da chi vive, lavora e vigila su
quei luoghi.
Al termine
dell’assemblea sono stati immediatamente avviati contatti a livello
parlamentare, della Regione Umbria e della Provincia di Terni, nonché della
stampa locale e nazionale per arrivare a scongiurare l’inizio dei lavori di
scavo nell’area.
Hanno
partecipato alla affollata assemblea cittadini dei comuni di Castel Viscardo,
Castel Giorgio e Orvieto, i consiglieri comunali Frizza e Belcapo del Pd, Imbastoni di Sinistra
Critica, le associazioni APE, il Forum Ambiente Orvietano, il Comitato contro
le cave di Acquapendente, la Rete d’Amore per Madre Terra, il Forum regionale dei movimenti in lotta per i beni comuni, oltre ad esponenti della
stampa e della televisione locale.
COMITATO INTERREGIONALE PER LA DIFESA
E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELL’ALFINA